Game Informer: Anteprima di L.A. Noire


Un cast a tre cifre

Questo nuovo modo di lavorare ha permesso al Team Bondi di muoversi molto più rapidamente, ma ha portato al contempo molte nuove sfide. La prima è che ogni personaggio – dal protagonista sino all'ultimo pedone casuale – necessita di audio ed animazione, cosa che ha portato il casting e la fase di cattura dati, crescere sino a proporzioni epiche. Al momento, più di trecento attori ed attrici sono stati utilizzati per L.A. Noire.

Il più famoso di questi attori è Aaron Staton, che presta voce e fisico al protagonista Cole Phelps. Meglio conosciuto come Ken Cosgrove nell'acclamata serie della AMC, Mad Men, Staton subisce il carico di essere il cuore emozionale della saga noir del Team Bondi. Parlando con lui, mentre si preparava per alcuni test, l'attore e giocatore di lunga data, ci è sembrato entusiasta riguardo al progetto.

"Sì, ho giocato molti dei titoli Rockstar Games. Ho giocato tutti i Grand Theft Auto. Il mio preferito è stato Vice City. In giochi open-world, anche se con una storia, nel passato saltavo le cutscene per buttarmi a capofitto nel gameplay. Mi divertivo, ma devo essere onesto," osserva Staton. "Questo gioco vuol cercare di migliorare l'esperienza e portare storia narrata e gameplay sotto lo stesso concetto piuttosto che dividerli e, mentre stai giocando, portarti a metter giù il controller e guardare".

Lo sterile confine dell'unità di registrazione è una sfida anche per l'attore con più esperienza. "Sono stato lì dentro per circa un'ora e mezza, e questo è il mio secondo giorno," dice Staton, "ma la mia impressione iniziale è stata quella di non esser mai stato in una stanza totalmente insonorizzata. Cosa che ho realizzato quando si è chiusa la porta. È stato come un ‘whooooosh' e poi silenzio... recitare è stata una cosa strana. Ti devi fidare completamente del direttore, perché sei in un certo qual senso limitato. Puoi muoverti a destra o sinistra di non più di quarantacinque gradi. C'è sì molta libertà, ma bisogna prima trovare i limiti e definirli così da potersi rilassare e muoversi in comodità".

Per aiutare gli attori ad eseguire performance naturali, il Team Bondi ha assunto Michael Uppendahl, direttore con esperienza che ha già lavorato con Staton nella serie Mad Men.

"Cerco di mettere in scena le persone in un modo che credo sia vivo e di aiuto per la storia," dice Uppendahl. "Cerco di monitorare le performances per esser certo che stiamo ottenendo l'elemento umano che renda il tutto avvincente ed interessante".
Per McNamara, che ha scritto buona parte della storia del gioco, l'assistenza di Uppendahl si è rivelata preziosa perché gli ha permesso di muoversi velocemente e con ordine tra le pagine di dialoghi che ogni giorno devono essere registrati.

"Non diamo il taglio finale finché non abbiamo qualcosa che dia la sensazione di vero. Questo è il beneficio nell'avere Mike," dice McNamara. "Se dovessi spiegare io qualcosa, mi ritroverei a spiegare sempre tutte e cinquemila le pagine scritte. Mike invece può tagliare e saltare da un punto all'altro perché ha lavorato molto con questi ragazzi. Sa che bastano due parole per ottenere ciò che serve. Io parto con un ‘Beh, è, bla, bla, bla, bla, bla' e poi arriva lui dicendo, ‘Più forte!' e funziona. L'incrocio tra media differenti è una grande cosa per me. Le gente parla molto, ma le mie capacità convergono con quelle di Mike che a loro volta convergono con quelle di Aaron e viceversa. Siamo un insieme che ci consente di ottenere ciò che vogliamo".

Leggi le facce, risolvi i casi

La tecnologia fine a se stessa è una cosa, ma in L.A. Noire l'impressionante nuova tecnica non è solo un abito per una bambola. È il cuore su cui è costruito l'intero gioco.

L.A. Noire non è un GTA ambientato nel 1940. Il gioco si focalizza sul reale lavoro da poliziotto: interrogare sospetti, raccogliere prove e mettere insieme i fatti per far emergere la verità. Per far questo, è necessario saper leggere le facce e comprendere quando ci viene detta una bugia o no – un qualcosa di possibile solo attraverso la stupefacente ed altamente realistica tecnica di cattura visiva su cui il Team Bondi ha lavorato.

"Si tratta ovviamente di una tecnologia eccezionale, ma il fattore chiave per noi era dare la possibilità al giocatore di capire se chi si ha di fronte mente o meno semplicemente guardandone la faccia," afferma McNamara. "Questa è la componente chiave del gameplay".
Il produttore Jeronimo Barrera considera L.A. Noire "un adventure game che si comporta da GTA".
All'inizio della nostra demo, Phelps ed il suo partner Stephan Bekowsky si trovavano ad un porticciolo per scoprire qualcosa su una denuncia riguardo un'auto abbandonata. Ma c'era di più. Phelps ispeziona la scena, facendo notare che gli interni del veicolo sono intrisi di sangue. Vicino c'è un tubo insanguinato che suggerirebbe un omicidio. Un poliziotto sulla scena ci dice che l'auto è registrata al signor Eugene White, su cui pende una denuncia di scomparsa.

Camminando intorno, Phelps raccoglie maggiori prove dalla scena, mostrando un'altra importante caratteristica di L.A. Noire. Invece di trovare oggetti ben posizionati sopra dei tavoli con un'aurea ultraterrena intorno ad essi, il gioco forza chi gioca ad utilizzare al massimo le capacità di osservazione per ottenere informazioni. Centinaia di oggetti sono stati modellati e possono essere manipolati dal giocatore. Vicino all'auto, Phelps trova un paio di occhiali rotti ed un portafogli. Aprendo il portafogli, il detective tirerà fuori diverse carte e foto trovando l'indirizzo di White mentre nota una foto di White e la moglie in tempi felici e la marca degli occhiali. Phelps raccoglie poi il tubo insanguinato e ruotandolo trova l'iscrizione "Instaheat." Da un'altra parte trova poi la ricevuta per l'acquisto di un maiale da parte di A. Hogan.

Tutte queste informazioni finiscono annotate nel taccuino del giocatore, che serve da canale informativo e riassuntivo per tutte le investigazioni. Tutti i luoghi, persone e fatti relativi ad un caso sono segnate all'interno di questo, dandoci la possibilità di accederci immediatamente durante un interrogatorio. Maggiori saranno i fatti e le prove raccolte, migliori saranno le nostre possibilità di scoprire il vero in un interrogatorio.

Dopo una discussione con il lavoratore che ha segnalato alla polizia il veicolo abbandonato, Phelps lascia la scena per raggiungere l'indirizzo di Eugene White trovato nel portafoglio. Elizabeth White ci aprirà la porta. La scena che segue ci ha fatto capire per la prima volta come le animazioni, il design, i testi e l'attenzione ai dettagli si combinano in L.A. Noire per formare un'esperienza di gioco in grado di far presa.

Dopo aver invitato il detective ad entrare, una più che preoccupata signora White mostra a Phelps il salotto. Phelps informa la donna che l'uomo al momento risulta scomparso e che forse è stato ucciso. Nella reazione della donna ho visto la reale potenza del processo di registrazione digitale del Team Bondi. "Sapevo che doveva esser successo qualcosa quando non è tornato a casa!" esclama la donna mentre la fronte viene solcata da rughe e gli occhi si spalancano al panico. È una paura reale quella che si vede nella faccia della donna – una performance realmente umana realizzata da un'attrice in carne ed ossa. Comparata a questa scena, anche le animazioni del miglior gioco mai uscito sembrano essere plastiche ed approssimative.

Dando alla signora White del tempo per calmarsi, Phelps comincia a guardare in casa. Notando che la coppia dorme apparentemente in camere separate, comincia ad ispezionare la stanza di Eugene. Vicino ad un tavolo c'è un biglietto per Seattle ed i segni di una valigia che manca. Da un'altra parte c'è una foto del signor White. Prendendola, Phelps tira fuori la foto dalla cornice per vederne il retro. Qui c'è scritta la frase "Al mio Eugene. Con amore, Nicole". È chiaro che c'è di più dietro questa storia.

Tornando indietro, Phelps si ferma in cucina notando una scatola di fiammiferi del Cavanaugh Bar. Da qui si sposta all'esterno della casa per ispezionarla e nota messo da una parte uno scaldabagno Instanheat smantellato, la stessa marca del tubo di ferro trovato sulla scena del crimine. Dopo aver assemblato i pezzi, è chiaro che l'arma del delitto è il pezzo mancante dello scaldabagno.

Dopo essersi fermato per chiamare ed ottenere l'indirizzo del Cavanaugh Bar, Phepls si siede per interrogare la signora White. Qui viene mostrato il sistema con cui il gioco gestisce gli interrogatori per ottenere informazioni dai testimoni. Seguendo ogni frase dell'interrogato, avremo a disposizione tre opzioni: persuadi, accusa e forza. In modo simile a Mass Effect, queste opzioni portano al cambiamento di tono ed atteggiamento nel comportamento del protagonista, senza portarci direttamente a decidere quale domanda fare. Se è facile farsi tentare ed andarci da subito pesanti, se esageriamo troppo porteremo in diversi casi i testimoni a chiudersi completamente, rendendo impossibile l'ottenimento di nuove informazioni. Tuttavia se avremo nel nostro taccuino una prova in grado di dimostrare la bugia del testimone, questo farà rapidamente marcia indietro cominciando a parlare, cosa che renderà ogni interrogatorio nient'altro che una sottile e al contempo subdola strategia tra parole e prove.

Dopo essersi seduto con la signora White, Phelps introduce l'interrogatorio chiedendo alla signora quando ha visto il marito l'ultima volta. La donna afferma che l'uomo è uscito per incontrare un amico, Arthur, per un drink, facendo notare che quel giorno il marito è tornato stranamente prima dal lavoro. Phelps chiederà poi della ricevuta dell'acquisto del maiale trovata sulla scena del crimine da parte di A. Hogan. Facendo una faccia che mostra chiaramente il suo sdegno, la donna dice "Un maiale? Eugene gestisce un'impresa di attrezzi da lavoro. Dev'essere di Arthur Hogan. Solo Dio sa cosa sta facendo".

Sino ad ora, il linguaggio del corpo e le espressioni della donna hanno mostrato che è stata sincera. Tuttavia le cose cominciano a diventare tese quando Phelps chiede alla donna della foto nella stanza del marito. Improvvisamente l'espressione della signora White si indurisce e gli occhi cominciano a vagare nel vuoto della camera. Lei sbotta "Che c'è da dire? È del suo recente viaggio di lavoro a Seattle". Phelps cambia tattica passando dalla persuasione all'accusa. "C'è molto di più da dire e lei lo sa!" esclama Phelps. La signora White continua a negare dicendo che non sa nulla, ma la sua faccia racconta una storia diversa. Consultando il taccuino, Phelps seleziona una prova che dimostra la realtà – l'iscrizione di Nicole sul retro della foto.

Immediatamente la donna crolla e scoppia in lacrime ammettendo di essere a conoscenza del tradimento del marito. Di fronte ad un'arma del delitto che proviene dalla casa, un marito adultero ed una moglie disprezzata, Phelps decide di accusare la donna di omicidio. Ma ha chiaramente anticipato i tempi. Nonostante la donna non abbia un alibi per la serata – afferma di essere sola a casa – rifiuta l'accusa e afferma che se proseguiremo nella nostra accusa, il dipartimento di polizia di Los Angeles sarà querelato. Visto che Phelps non ha attualmente prove per confutare la sua teoria, questa parte del caso è chiusa.

Il Cavanaugh Bar è un nuovo luogo dove andare ad investigare, con un po' di fortuna il luogo dove trovare Arthur Hogan. Dopo aver trovato il luogo attraverso la mappa (il gioco ci dà la possibilità di guidare sino alla destinazione o saltare il viaggio per chi non ama guidare), abbiamo iniziato ad esplorare il bar. Nella stanza sul retro c'è Arthur Hogan, già in moto sui binari verso la sbronza. Hogan è senza ombra di dubbio duro da trattare, sputacchiando con rabbia dirà "Chi vuole saperlo?" quando gli chiederemo se Arthur Hogan è il suo nome. Phelps chiederà se è a conoscenza della scomparsa di Eugene White ottenendo come risposta un nervoso e poco credibile no. Qualcosa non quadra. Phelps decide di accusare adottando un approccio aggressivo. Quando Hogan nega di esser stato sulla scena del crimine, Phelps infila la mano in tasca e mostra subito dopo all'uomo la ricevuta per l'acquisto del maiale trovata nell'auto. A questo punto Hogan confessa che lui e White hanno inscenato un falso omicidio riempiendo la scena di sangue di maiale (tenete a mente che i giorni del test del DNA e di CSI sono ancora molto lontani), così da permettere a White di incontrarsi e vivere con la sua mistress a Seattle. Sembra che questo omicidio non sia per nulla un omicidio.

Dopo esser uscito sul retro e picchiato un po' di sale nella zucca di Hogan, l'uomo ha detto tutta la verità su White. Eugene White si nasconde nell'appartamento di Hogan all'angolo tra Temple e Figueroa, appartamento due. Dopo che Phelps ha bussato alla porta, White ha aperto di poco la porta per poi chiuderla con forza sulla nostra faccia. Phelps abbatterà la porta a calci per poi inseguire White sui tetti. Dopo esser scesi da una scala su di un giardino, vedremo il nostro partner Bekowsky intercettare White e fermarlo sotto la minaccia di far fuoco. A questo punto White confesserà di aver inscenato tutto per allontanarsi da sua moglie, balbettando "Io... io credevo che sarebbe stato più facile". "Spero ne sia valsa la pena," dirà Phelps prima di ammanettare White.